FENOMENOLOGIA DEL TROLL




In rete il troll è colui che entra in un Newsgroup per spargere il caos. L'
etimologia del termine è doppia: da un lato si riferisce a una tecnica di
pesca definita "trolling"; dall'altro rimanda al folclore norvegese, nel
quale il troll è una creatura malvagia e dispettosa.
Ecco alcune note tecniche di trolleggio:
- Manifestare opinioni deliranti e inaccettabili, che devono trarre un
inganno una parte dei frequentatori del NG. Il troll trae un immenso
godimento quando qualcuno prova a confutare in modo serio le sue astruse
teorie.
- Postare un messaggio su un NG utilizzando il nick di qualcun altro
(preferibilmente noto e stimato all'interno del gruppo), attribuendogli
opinioni non sue.
- Diffondere falsi scoop, mirati a creare il panico.
- Seminare zizzania tra i membri della comunità virtuale, emulando le
imprese di Iago o di Richelieu. Il troll in gamba non calunnia apertamente,
ma allude, simula, si insinua.
- Dedicarsi allo "spoiler", rovinando ai fans il piacere della visione di un
film o della lettura di un libro. In un NG sui romanzi gialli, ad esempio,
il troll si adopererà per far conoscere a tutti il nome dell'assassino.
Attenzione, però. Un troll che si rispetti ha un suo "codice d'onore". Non
insulta mai per primo, non si attribuisce l'e-mail di qualcun altro, non
intasa i NG di messaggi pubblicitari. Sta bene attento a non compiere nulla
di illegale. Studia con attenzione l'ambiente, ne sonda gli equilibri e le
debolezze, riesce persino a conquistarsi la vostra fiducia. Poi colpisce,
rapido e spietato.
Il divertimento del troll consiste nel provocare reazioni scomposte e
spropositate. Se gli rispondete, ricordatevi che fate il suo gioco. Solo il
vostro silenzio può allontanarlo. Non cantate vittoria, però, quando il
troll se n'è andato via: forse domani si ripresenterà da voi in un'altra
forma, più potente di quel che siete in grado di immaginare.


Ciro Ascione


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