Path: news.inet.it!area.cu.mi.it!news.mi.linux.it!newsfeed.iol.it!typhoon.libero.it!not-for-mail Message-ID: <37EC0B6E.3A8C08B9@yahoo.com> From: Associazione Borromeo X-Mailer: Mozilla 4.5 [it] (Win98; I) X-Accept-Language: it MIME-Version: 1.0 Newsgroups: it.comp.console.playstation Subject: Il grande cuore di Paternazzo Content-Type: text/plain; charset=iso-8859-1 Content-Transfer-Encoding: 8bit Lines: 85 Date: Fri, 24 Sep 1999 23:40:31 GMT NNTP-Posting-Host: 151.21.75.201 X-Complaints-To: abuse@libero.it X-Trace: typhoon.libero.it 938216431 151.21.75.201 (Sat, 25 Sep 1999 01:40:31 MET DST) NNTP-Posting-Date: Sat, 25 Sep 1999 01:40:31 MET DST Organization: [Infostrada] Xref: news.inet.it it.comp.console.playstation:21911 Cari ragazzi, come vi avevamo promesso, ecco la biografia di Don Giuseppe Paternazzo, la cui nobile esistenza è il faro delle nostre attività. In onore di Paternazzo, abbiamo deciso di istituire un concorso a premi, al quale tutti voi siete chiamati a partecipare. La ricompensa è la più grande che voi possiate immaginare: la nostra gratitudine e la nostra perenne benedizione. Per concorrere al Premio Paternazzo, dovete un componimento (in prosa o in versi) ispirato alla vita, alle opere, alle battaglie di Giuseppe Paternazzo; oppure relativo ai danni dei videogiochi, e al male che essi rappresentano nella vita giovanile. Sono accettati anche i disegni. Gli elaborati vanno spediti al seguente indirizzo: assoborromeo@yahoo.com Ma ecco la biografia di Paternazzo, con la speranza che il suo nobile esempio vi illumini e vi guidi! La vita di Don Giuseppe Paternazzo, sacerdote dal grande cuore, coincide totalmente con la sua battaglia contro le seduzioni del modernismo, e contro i danni che il progresso tecnologico arreca all’integrità morale dei giovani. Negli anni ’30, appena ventenne, svolge la missione di educatore nei campi estivi della Gioventù Italiana; insegna ai bambini l’importanza e la nobiltà del lavoro, coniando il motto “Il lavoro rende l’uomo libero” che tanta risonanza avrà negli anni a venire. Lo scoppio del secondo conflitto mondiale lo vede fervente patriota e sostenitore della supremazia Italiana; dopo il tradimento di Badoglio, Paternazzo è costretto a rifugiarsi a Pietrelcina, divenendo sodale e amico di Padre Pio. Un ottuagenario frate di Pietralcina ricorda con commozione “le ore nelle quali Padre Pio e Paternazzo solevano trattenersi nella cella ora di uno, ora dell’altro: essi non lasciavano che entrasse nessuno, ma dai gemiti e dalle grida che provenivano dai loro alloggi, era ben evidente che i due santi uomini stavano sperimentando la comunione diretta con il Creatore”. Negli anni ’50 giunge a Pietralcina l’uomo della Provvidenza, l’onorevole Giulio Andreotti, che elegge Paternazzo a suo confessore e consigliere spirituale. E’ grazie all’aiuto di Andreotti che Paternazzo può abbandonare l’esilio e ritornare all’azione civile; presto il sacerdote si accorge della nocività della musica americana, che imperversa tra le nuove generazioni, e si batte perché vengano sequestrati dai negozi i dischi di Elvis Presly e dei Fratelli Everly. Crea il movimento politico – religioso “I fratelli della Fede” e, con i suoi adepti, organizza un’irruzione al concorso di Miss Italia 1956, schiaffeggiando e richiamando all’ordine le candidate che ardivano sfilare a gambe scoperte. Il sacrosanto sdegno dei “Fratelli della Fede” viene scambiato per provocazione, ne nasce una rissa, e Don Paternazzo viene denunciato alle autorità giudiziarie; ne esce trionfante, grazie anche alle parole che in sua difesa spende Giulio Andreotti. Negli anni ’60 il sacerdote diviene Preside dell’Istituto Femminile delle Figlie di Maria di Afragola, e si scaglia con veemenza contro la contestazione giovanile, il flipper, i film “Rocco e i suoi fratelli” e “La dolce vita” e le minigonne; da ricordare, inoltre, la sua crociata contro la trasmissione televisiva “Carosello”. Le pubblicità colpite dagli strali di Paternazzo sono quelle della Lines (dove l’ippopotamo Pippo “turba la fantasia infantile, irrompendo nell’intimità del bambino con le sembianze orrende di un novello Leviathan”), e della Lavazza (dove “il cono parlante chiamato Caballero avanza in cerca di donne da stuprare”). Memorabile anche il suo intervento contro la canzone “Lascia che sia” dei Betles, palese incitazione al satanismo. Negli anni ’70 e 80 Paternazzo si dedica alla lotta contro i videogiochi, che lo porterà alla tomba: bersaglio principale dei suoi strali è il gioco intitolato “La Donna Pac”, “orrenda divoratrice di esseri dalla forma fallica, incitazione al sesso non riproduttivo e al vampirismo”. Si aggira per i giardinetti di Afragola, soffermandosi a parlare con i bambini, offrendo loro caramelle e tentando di distoglierli dal letale passatempo dei videogiochi. Per essere in più intima conversazione con i fanciulli, Paternazzo li conduce in luoghi appartati; più di una volta, dopo il colloquio, i ragazzini hanno le lacrime agli occhi, mossi a commozione dagli atti dolci e sinceri del sacerdote. La bontà difficilmente trova premio sulla terra, e il genitore di uno dei bambini denuncia Paternazzo con un’accusa infamante; fortunatamente il religioso è assolto con formula piena, anche grazie agli attestati di stima pronunciati dal Senatore Andreotti. La morte lo coglie ottantacinquenne, nel 1996, mentre – collegato a Internet – contempla con sconforto il degrado della società attuale: gli è letale la visione di un sito, in cui si vede una negra che emula le imprese di Pasifae, “che s’imbestiò nell’imbestiata bestia”. Nel suo testamento, Paternazzo lascia la sua discreta fortuna (ricavata da alcuni oculati investimenti in Sud Africa dagli anni ’50 agli anni ’80) al nostro presidente e fondatore, col patto che egli s’impegni a creare l’Associazione Borromeo. Associazione Famiglie Cattoliche "San Carlo Borromeo" Via delle Cento Fontane 33, Afragola (NA) "Agnus cum leo iacebit, sed iactura pauce durabit"