Una toccante lirica
Cari ragazzi,
stavolta cercheremo di penetrare nei vostri cuori grazie alla dolce Musa
della poesia. Una dama fondatrice della nostra Associazione (che per
pudicizia preferisce restare anonima) ha dedicato una bellissima poesia al
figlio dodicenne che, accecato dalla passione dei videogiochi, ha
tralasciato le occupazioni che prima prediligeva (come lo studio del
pianoforte).
Figlio, tu giochi, in camera rinchiuso.
Io come madre nel pensier mi fingo
lo smarrimento dei tuo tristi occhi
rapiti insanamente dallo svago
di chi compie un massacro virtuale.
Quanto male c'č in quella scatoletta!
La turpe scatoletta dalla quale
lubrici elfi e orrende meretrici
van corrompendo l'alma tua puerile!
Da pių di un'ora la porta non si apre,
della tua cameretta, e penso io
a quali orror vai tu perpetrando.
Ahime! Gemer ti sento, e le tue grida
laceran l'aria, e i suoni dell'orrore,
massacran la domestica quiete!
Rimpianto d'ineffabile armonia,
quando la mano tua sul pianoforte,
tutta rapita nel suonar Clementi,
portava tra le mura pace e gioia.
Infelice sei tu che abbandonasti
di Melpomene l'arte, ed ora schiavo
di vile oggetto, la tua vita sciupi,
e godi nel trionfar nell'abominio.
Ormai le dita tue pių non carezzan
le sette note, e schiave del delirio,
su una turpe manopola si sfogano!
Speriamo che almeno l'Arte di questi versi possa far breccia sulle vostre
povere anime!
Associazione Famiglie Cattoliche "San Carlo Borromeo"
"Agnus cum leo iacebit, sed iactura pauce durabit"